In Italia viene comunemente definita “marijuana legale” quella ricavata dalle infiorescenze femminili della cannabis light.
La cannabis light è una pianta di cui esistono molteplici varietà e sottospecie, tutte caratterizzate da un aspetto particolarmente importante: il fatto di avere valori bassissimi di THC.
Il THC è un cannabinoide che può alterare la coscienza e la percezione, provocare euforia, oltre che paranoia e ansia. C’è però anche da dire che ha pure degli effetti positivi per il benessere e la salute, e non a caso viene utilizzato anche per la produzione di alcuni farmaci, ed è presente nei prodotti ottenuti con la cannabis terapeutica. Questi ultimi però possono essere acquistati solo tramite una ricetta medica in determinate farmacie.
La cannabis light, per il fatto di contenere bassi livelli di THC, può essere coltivata in Italia liberamente, senza particolari permessi, proprio perché ha quantità irrisorie del principio attivo che può causare effetti droganti.
Nel territorio italiano la marijuana light, per essere giudicata tale, deve contenere al massimo lo 0,2% di THC, anche se quelle che presentano dei valori di tale composto fino allo 0,6% sono comunque tollerate dalla legge.
La così detta “erba legale” e tutti i prodotti derivati dalla cannabis che hanno valori irrisori di THC, possono essere acquistati online e in alcuni negozi fisici.
Ma come mai la marijuana light è un prodotto che molte persone apprezzano, anche se non contiene valori significativi del principio attivo della cannabis che permette di “sballarsi”? La ragione principale è data dal fatto che include tutte le altre sostanze che caratterizzano la marijuana in generale. Tra queste è compreso il cannabidiolo, anche noto come CBD.
Il CBD è un cannabinoide che rilassa, allevia ansia e stress, aiuta a dormire e a contrastare l’insonnia, attenua i dolori, regola l’appetito, e può anche avere effetti positivi sul sistema immunitario. Se assunto in determinati modi, e in alte concentrazioni, può anche essere d’aiuto nella lotta contro determinate malattie. Potrebbe addirittura risultare utile contro il cancro, secondo alcuni studi per i quali sono però indispensabili ulteriori indagini e approfondimenti.
Dunque, ricapitolando: la marijuana legale ha valori significativi di CBD ma molto bassi in fatto di THC. Il che la rende un prodotto per certi versi benefico, e indubbiamente più sicuro da utilizzare rispetto alla marijuana “classica”, perché a differenza di quest’ultima non provoca effetti stupefacenti.
Per maggiori informazioni sulla storia della marijuana legale in Italia, invitiamo a proseguire la lettura del presente articolo.
Gli utilizzi della canapa nelle epoche più remote
In base a quanto emerso da alcune ricerche storiche, sappiamo che già circa 10 mila anni fa la cannabis si trovava in Romania e in Taiwan, per poi cominciare via via a diffondersi in altre aree del mondo.
In che modo veniva utilizzata nelle epoche più remote? Gli usi erano molto diversi tra loro: alcuni fumavano le sue infiorescenze, altri la utilizzavano come medicina, altri ancora (come i fenici) la utilizzavano per realizzare le vele delle navi. Anche le tre caravelle di Cristoforo Colombo avevano le vele fatte di canapa.
Gli sciti (popolazione nomade di ceppo iranico esistita tra il diciannovesimo secolo a.C e il nono secolo d.C.) invece la vaporizzavano allo scopo di inalarne i fumi.
Inoltre, la prima Bibbia stampata con caratteri mobili da Gutenberg era stata realizzata con la canapa, così come la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti.
Nel 500 a.C. la canapa era già presente a Berlino, anche se non è noto l’uso che i tedeschi ne facevano a quei tempi. In seguito questa pianta si diffuse anche in altri Paesi dell’Europa occidentale.
Nella Francia del 1800 l’uso dell’hashish, un prodotto che si ottiene con la marijuana, venne introdotto dallo psichiatra Jacques-Joseph Moreau, che descrisse una serie di effetti di tale sostanza dopo averli testati su di sé. Successivamente, in Francia l’uso di questa droga leggera si diffuse per scopi ricreativi soprattutto negli ambienti artistici di quegli anni.
E a Parigi ci fu addirittura il club dei “Mangiatori di hashish”, un gruppo dedito all’esplorazione delle esperienze provocate dalle droghe, soprattutto l’hashish. Tra i membri di tale gruppo vi furono anche Hugo, Dumas, Baudelaire e altri poeti e scrittori.
Ma la canapa veniva utilizzata anche per altri motivi, oltre a quelli ricreativi, anche in Europa. Ad esempio, sappiamo che i vestiti di canapa sono stati molto comuni nella parte centrale e meridionale del nostro continente per centinaia di anni.
La canapa in Italia prima della nascita della marijuana light
L’Italia è stata per secoli, e fino alle prime decadi del Novecento una delle nazioni che coltivavano maggiormente la canapa.
Questa pianta, sul suolo italiano, veniva utilizzata soprattutto per produrre filati di altissima qualità con metodi industriali, a partire dal Settecento.
Buona parte della coltivazione della canapa in Italia si effettuava in Emilia Romagna, ma oltre alla città di Ferrara, il maggiore centro italiano di coltivazione e lavorazione di tale vegetale era Carmagnola, comune piemontese in provincia di Torino.
Le coltivazioni sono proseguite fino alla seconda metà del Novecento, ovvero sino a quando la canapa, in tutte le sue forme, non venne considerata una pianta pericolosa.
Le ragioni della sua “pericolosità” sono note: con le infiorescenze femminili della cannabis è possibile ottenere hashish e marijuana con valori significativi di THC, che dunque possono provocare effetti stupefacenti se usati a scopo ricreativo.
2016: la legge che permette la coltivazione della cannabis light
La cannabis light è stata originata da alcuni esperti, dopo anni e anni di ricerche e sperimentazioni. L’obiettivo della sua nascita è stato quello di poterla coltivare e commercializzare nel mondo senza limitazioni legali.
La marijuana e l’hashish che possono essere ottenuti da questo tipo di vegetale sono del tutto privi di effetti stupefacenti, avendo valori irrilevanti di THC.
In Italia, la legge 242 del 2016, da quanto è entrata in vigore rende possibile la coltivazione della cannabis light anche sul suolo italiano.
Inoltre, è possibile acquistare online e in alcuni negozi la marijuana light, l’hashish light e altri prodotti derivati dalla canapa che non contengono valori di THC superiori allo 0,2%, anche se è tollerato uno sforamento di tale valore che tuttavia non deve andare oltre lo 0,6%.
La marijuana legale non va confusa con la prima menzionata cannabis terapeutica. Quest’ultima ha alte quantità di THC e può essere venduta solo attraverso una ricetta medica. Ha effetti molto più marcati della cannabis legale, grazie anche all’azione combinata di THC e CBD.
Ma c’è anche da dire che la marijuana legale, per il fatto di contenere grandi quantità di cannabinoidi (tra cui il CBD) e terpeni può comunque offrire dei benefici per la salute. E infatti viene utilizzata anche per terapie blande per il contrasto a tosse, raffreddore, insonnia, ecc. (ad esempio bevendo dei decotti di marijuana light).