Vendere prodotti a base di cannabis light tramite distributori automatici è possibile, ed è un modo per ottenere dei profitti molto interessante. Infatti si tratta di un’attività che offre diversi tipi di vantaggi, compresa la possibilità di rendere la merce disponibile ai clienti a tutte le ore del giorno e della notte.
Per offrire questo servizio al pubblico, ci sono tre vie percorribili:
- Procedere servendosi di un negozio di canapa shop (o di altro tipo) di cui si è titolari,
- Aprire un piccolo locale in cui inserire il distributore,
- Collocare il distributore presso terzi, ovvero attraverso le attività commerciali che fanno capo ad altre persone.
In questo articolo spieghiamo che cos’è la cannabis light, perché si differenzia dalla cannabis illegale, come e perché aprire un distributore di cannabis light, e quali sono i principali costi da affrontare. C
hi è interessato ad avere un quadro più chiaro su questi argomenti, è invitato alla lettura dei paragrafi che seguiranno.
Che cos’è la cannabis light
Dopo anni di ricerche e tentativi, gli esperti sono riusciti nel loro obiettivo di originare delle nuove varietà di piante di cannabis, che non possono risultare droganti.
La cannabis light, in tutte le sue varietà, è un vegetale che cresce naturalmente, come una qualsiasi altra pianta. Viene utilizzata per commercializzare diversi tipi di prodotti, inclusa la marijuana light.
Si differenzia dalla canapa illegale, perché presenta livelli di THC molto bassi.
Affinché si possa affermare che si tratti di cannabis leggera, dovrebbe avere un valore di THC sempre inferiore allo 0,2%, anche se la legge tollera lo sforamento di tale limite entro lo 0,5%.
Pur essendo con quantità modeste della sostanza incriminata, la pianta light contiene comunque diverse altre proprietà (che sono incluse anche nelle varietà di cannabis tradizionale), catalogabili come cannabinoidi.
Uno tra questi è il CBD, ovvero il cannabidiolo, che è capace di offrire un grande senso di rilassamento.
Inoltre, secondo molti esperti, la sostanza detta CBD è in grado di offrire altri importanti benefici, sebbene siano necessari ulteriori studi per poter dimostrare, in modo inequivocabile, i vantaggi per la salute che le vengono attribuiti.
In merito alla coltivazione della cannabis light in Italia, c’è una legge apposita che lo consente: è la n. 242/2016. La vendita del prodotto e dei suoi derivati è invece resa possibile dalla sentenza della Corte di Cassazione Sez. VI Penale n. 4920, risalente al 21 gennaio 2019.
Ci sono varie possibilità per commercializzare cannabis light: tramite un negozio fisico, un negozio virtuale online, e/o attraverso distributori automatici.
Come e perché aprire un distributore automatico di cannabis light
Aprire un distributore automatico di cannabis light conviene, perché i prodotti a base di questa pianta sono abbastanza ricercati.
Inoltre, il servizio di distribuzione automatica consente di ottenere dei guadagni a tutte le ore della giornata.
Per avviare l’attività, si può acquistare, oppure affittare, una macchinetta per la distribuzione.
I prodotti a base di canapa light da vendere devono avere le opportune certificazioni che indichino, tra le altre cose, che si tratta proprio di canapa con un basso contenuto di THC.
Molto importante è anche inserire nel distributore, il sistema di abilitazione all’acquisto: l’erogazione dei prodotti deve essere resa possibile mediante l’inserimento della tessera sanitaria o di un’altra carta idonea al riconoscimento dell’età di ciascun potenziale acquirente.
Questo serve a impedire l’acquisto di quanto messo in vendita, da parte dei minorenni.
Perché conviene aprire un distributore automatico di prodotti a base di cannabis light?
Un ottimo motivo deriva dal fatto che i costi di gestione sono molto inferiori rispetto ai negozi veri e propri.
Ma diversi benefici si ottengono anche qualora si abbia già un negozio in grado di vendere tali prodotti. Per esempio, la distribuzione automatica è utile a captare anche quella clientela che preferisce acquistare mantenendo l’anonimato.
Inoltre, c’è la possibilità di vendere a tutte le ore, nonché nei giorni festivi.
Proprio come avviene con i negozi, anche nel caso dei distributori automatici i titolari sono tenuti a conservare per almeno un anno tutte le fatture per gli acquisti fatti dai clienti. Vanno anche conservate tutte le certificazioni dei prodotti venduti, comprese quelle che riguardano la quantità di THC e la provenienza dei semi dei prodotti a base di cannabis light.
Come iniziare, e quali costi affrontare
Per avviare l’attività relativa alla vendita di cannabis light mediante un distributore automatico, occorre procurarsi un macchinario che permetta la distribuzione dei prodotti da vendere.
Inoltre, bisogna anche adempiere a determinati obblighi di natura burocratica. Per esempio, un aspirante venditore che non possiede già un negozio, deve seguire, tra gli altri, i seguenti step:
- Iscriversi al Registro delle Imprese, rivolgendosi alla Camera di Commercio.
- Aprire una apposita partita IVA, tranne nei casi in cui ne abbia già aperta una che possa essere considerata valida.
- Regolarizzare le posizioni INAIL e INPS.
- Inviare la comunicazione di inizio attività al Comune, almeno 30 giorni prima di mettere il macchinario a disposizione del pubblico.
- Inviare la richiesta per esporre l’insegna dell’attività al di fuori del punto vendita.
- Se nel distributore si desidera vendere anche prodotti alimentari, bisogna procurarsi anche l’attestato HACCP.
Nel caso in cui il venditore voglia avviare il servizio del distributore automatico di prodotti a base di canapa light presso terzi (cioè all’interno di un’attività commerciale non propria), può preparare un documento che attesti la proprietà e la responsabilità del macchinario, ma anche il luogo in cui si opta di posizionarlo.
Deve anche indicare la durata temporale dell’accordo presso il soggetto terzo, e il ritorno economico concordato.
Ma quanto costa aprire un distributore automatico?
A ben vedere, i costi possono essere abbastanza variabili. Tuttavia, secondo una stima, alcune delle principali spese per l’avvio dell’attività potrebbero risultare come segue:
- Spese burocratiche: 1000 euro circa;
- Spese per l’affitto del locale: tra 300 e 600 euro circa;
- Costi per la sorveglianza: 100-200 euro circa;
- Costi relativi all’assicurazione: 100-200 euro circa.
I costi maggiori riguardano però il macchinario per la distribuzione automatica.
A questi oneri vanno aggiunti pure i costi per il fornitore, che dovrà occuparsi di inserire i prodotti ma anche della manutenzione del distributore automatico.
Noi del Cannabis Light District abbiamo una formula tutto incluso chiavi in mano a soli 7.800 euro con un distributore touch screen di ultima generazione.