Com’è noto, i fiori di Cannabis light messi in vendita dai tanti negozi sparsi sul territorio italiano non possono essere fumati o inalati, tuttavia molti lo fanno.
A questo punto sorge il dubbio se l’inalazione possa far risultare la positività al test antidroga e dunque far scattare il reato di guida sotto effetto di stupefacenti punito dall’art. 187 del Codice della Strada (“Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti”).
Sul punto va osservato che stante il bassissimo contenuto di THC presente nelle infiorescenze in vendita (il quale per legge non può superare lo 0,6%), solo in limitati e sporadici casi il test darà esito positivo (requisito minimo ma non sufficiente è comunque un’assunzione massiccia).
Nell’ipotesi in cui si verifichi la positività, il prevenuto potrà tentare di predisporre delle difese, come suggerisce l’Avv. Lorenzo Simonetti, famoso avvocato esperto in materia.
Inalare Cannabis light fa scattare il reato di guida sotto effetto di stupefacenti?
In primo luogo, posto che gli agenti di solito usano dei prestampati nei quali c’è scritto che la persona è agitata, ha gli occhi arrossati, ha difficoltà nel linguaggio, è opportuno far mettere a verbale di essere assolutamente calmi, sereni e tranquilli, ed è altresì opportuno contestare quanto dichiarato dagli agenti.
Oltre a questo, dato che per far scattare il reato di guida sotto effetto di stupefacenti non è sufficiente la sola assunzione, essendo anche richiesto che la persona si trovi in quel preciso momento in cui guida in stato di alterazione, il prevenuto dovrà anche richiedere di essere sottoposto a visita psichiatrica presso l’Ospedale, al fine di ottenere un giudizio medico sul suo stato psicofisico, in quanto per legge spetta ai medici curanti il compito di decidere se la persona si trova in una condizione di alterazione o meno.
Sempre in chiave difensiva, magari nel processo penale, il prevenuto potrà eccepire di essere un consumatore abituale di Cannabis legale (la quale – com’è noto – avendo un contenuto di THC inferiore allo 0.5% non può essere ritenuta come “droga”) e di produrre gli scontrini di acquisto delle infiorescenze all’uopo conservati.
Fermo restando che, come già detto, solo in limitatissimi casi il consumatore di Cannabis light risulterà positivo al test antidroga stante la minima presenza di sostanza drogante all’interno delle infiorescenze aventi THC al di sotto dello 0,6% di THC.